Le stronzate di Pulcinella

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view post Posted: 7/5/2024, 11:11 'A POESIA E CICCIO CAPPUCCIO 'O GUAPPO - LE POESIE DEGLI ALTRI

A POESIA E CICCIO CAPPUCCIO 'O GUAPPO
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D’’o Mercatiello a ‘o Buvero
da o Puorto a lu Pennino
è corza ‘a voce subbeto:
è muorto ‘o signurino
Ciccio Cappuccio , o principe
d’’e guappe ammartenate
ha nchiuso l’uocchie d’aquela
e sule nce ha lassato
Scugnizze e capepuopole,
picciutte e cuntaiuole
chiagnite a tante ‘e lacreme
Ite perduto o sole
Currite belli femmene
sciugliteve ‘e capille
purtatele all’esequie
‘e figlie piccerille!
Chi ve po' chiù difennere?
Senz’isso che facite?
A chi jate a ricorrere
si quacche tuorto avite
Isso sul’isso era abbele
a fà scuntà sti tuorte
Mò chi po' chiù resistere
Ciccio Cappuccio è muorto!
Russo, nquartato, giovane,
pareva justo Urlando
quann’’o verive scennere
miezo San Ferdinando
V’allicurdate o sciopero
pare successo aiere
sul’isso dette l’ordine
e ascettero e cucchiere
E quanno dint’’e carcere
p’o fatto d’’e turnise
isso avette che dicere
cu ‘e guappe calavrise!
Tirate mano. Armateve!
Tenite core mpietto?
E n’abbattette dudece
cu ‘e tavule d’’o lietto
Uommene nun ne nascono
comm’’a Cappuccio ancora
L’aute sò buone a schiovere
Isso vucava ancora
Currite! Mò so portano
Menatele e cunfiette!
Sceppateve, stracciateve
‘e core a dint’’e piette!
Picciutte e capepuopole
scugnizze e cuntaiuole
chiagnite a tant’’e lacreme
ite perduto ‘o sole!

view post Posted: 7/5/2024, 10:47 La vita breve ma intensa della Repubblica napoletana - LA STORIA FATTA A PEZZI
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La Repubblica Napoletana sorta nel 1799 sul modello di quella francese ebbe vita breve ma intensa, non incontrando però mai il favore popolare essendo i suoi esponenti intellettuali molto lontani dalla conoscenza delle necessità reali del popolo. La Repubblica inoltre, sebbene non riconosciuta dalla Francia, fu di fatto sottoposta a una "dittatura di guerra" francese che ne limitò di molto l'autonomia e la costrinse a sostenere le ingenti spese causate principalmente dalle richieste dell'esercito francese costantemente in armi sul suo territorio. A questo si aggiunse una fortissima repressione contro gli oppositori del nuovo regime che certo non aiutò a conquistare le simpatie popolari (alcune fonti parlano di oltre 1500 persone condannate a morte e fucilate dopo sommari "processi politici" in tutto il Regno).
La Repubblica fu comunque spazzata via dopo pochi mesi dall'armata "sanfedista" del cardinale laico Fabrizio Ruffo, appoggiato dalla flotta inglese e formata in gran parte dai cosiddetti "lazzari" (i popolani napoletani filo-borbonici). La riconquista di Napoli da parte di Ferdinando fu però segnata dalla repressione nei confronti dei maggiori esponenti della Repubblica Napoletana, seguita da circa un centinaio di esecuzioni .

I giustiziati piu' famosi dalla repressione borbonica
Di seguito si trova un elenco in ordine alfabetico di 124 esponenti della Repubblica Napoletana del 1799 giustiziati in seguito alla repressione borbonica dopo la caduta della repubblica.

Le esecuzioni cominciarono già alcuni giorni prima della caduta della Repubblica, a Procida, il 1º giugno del 1799, per concludersi oltre un anno dopo, con l'esecuzione di Luisa Sanfelice, a Napoli, l'11 settembre 1800.

Le condanne vennero eseguite quasi tutte per impiccagione (ai nobili venne per lo più comminata la decapitazione), tra Procida (nell'attuale Piazza dei Martiri) e Napoli, in Piazza del Mercato, luogo storicamente deputato alle esecuzioni.
A Giuseppe Leonardo Albanese, nato a Noci (Bari) il 30 gennaio 1759, giureconsulto, giustiziato a Napoli il 28 novembre 1799;
Cesare Albano, nato a Spaccone di 25 anni circa, contadino, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Bernardo Alberino, di 21 anni circa, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Colombo Andreassi, nato a Villa Sant'Angelo (L'Aquila) il 19 ottobre 1770, avvocato, giustiziato a Napoli il 31 ottobre 1799;
Gennaro Felice Arcucci, nato a Capri il 5 gennaio 1738, medico, giustiziato a Napoli il 18 marzo 1800;
Vincenzo Assante, nato a Procida, di 55 anni, chirurgo, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Pasquale Assisi, nato a Cosenza il 5 gennaio 1750, ufficiale di fanteria, giustiziato a Napoli il 14 ottobre 1799;
Francesco Antonio Astore, nato a Casarano (Lecce) il 28 agosto 1742, avvocato, giustiziato a Napoli il 30 settembre 1799;
B [modifica]
Pasquale Baffi, nato a Santa Sofia d'Epiro l'11 luglio 1749, professore dell'università di lingua e letteratura greca, bibliotecario dell'Accademia Ercolanese, giustiziato a Napoli l'11 novembre 1799;
Francesco Bagno, nato a Cesa (Caserta) il 26 giugno 1774, professore di medicina nell'Ospedale degli Incurabili, giustiziato a Napoli il 28 novembre 1799;
Pasquale Battistessa, nato a Centurano (Caserta), commissario del dipartimento del Cilento, giustiziato a Ischia il 23 luglio 1799;
Giuseppe Carlo Belloni, nato a Vicenza il 4 febbraio 1754, minore osservante di Santa Maria la Nova, giustiziato a Napoli il 13 luglio 1799;
Domenico Bisceglia, nato a Donnici (Cosenza) il 3 gennaio 1756, avvocato, giustiziato a Napoli il 28 novembre 1799;
Luigi Bozzaotra, nato a Massa Lubrense il 20 agosto 1763, notaio, giustiziato a Napoli il 22 ottobre 1799;
Francesco Buonocore, nato a Ischia il 30 novembre 1769, comandante d'artiglieria del castello d'Ischia, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
C [modifica]
Giuseppe Cacace, di Napoli di 21 anni circa, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Giacomo Calise, nato a Procida di 36 anni, marinaio, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Giuseppe Cammarota, nato ad Atripalda (Avellino) il 27 luglio 1764, impiegato, giustiziato a Napoli il 4 gennaio 1800;
Saverio Caputo, marchese della Petrella, nato a Napoli nel 1757, olivetano di Sant'Anna de' Lombardi, professore di teologia, giustiziato a Napoli il 31 ottobre 1799;
Francesco Caracciolo, nato a Napoli il 18 gennaio 1752, ammiraglio, giustiziato a Napoli il 29 giugno 1799;
Ettore Carafa, conte di Ruvo, nato ad Andria il 10 agosto 1763, giustiziato a Napoli il 4 settembre 1799;
Nicola Carlomagno, nato a Lauria nel 1762, avvocato, giustiziato a Napoli il 13 luglio 1799;
Ignazio Ciaia, nato a Fasano (Brindisi) il 24 ottobre 1762, letterato, giustiziato a Napoli il 29 ottobre 1799;
Michele Ciampriamo, nato a Napoli, di 41 anni, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Michelangelo Cicconi, nato a Morro d'Oro (Teramo) il 17 gennaio 1751, dei chierici regolari della Pietrasanta, giustiziato a Napoli il 18 gennaio 1800;
Domenico Cirillo, nato a Grumo Nevano il 10 aprile 1739, medico, botanico e professore universitario, giustiziato a Napoli il 29 ottobre 1799;
Giuliano Colonna, principe di Aliano, nato a Napoli il 3 ottobre 1769, giustiziato a Napoli il 20 agosto 1799;
Francesco Conforti, nato a Calvanico (Salerno) il 7 gennaio 1743, sacerdote, professore di storia, giustiziato a Napoli il 7 dicembre 1799;
Michele Costagliola, nato a Procida, di 23 anni, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Giuseppe Cotitta, nato a Napoli nel 1761, albergatore, giustiziato a Napoli l'8 luglio 1799;
D [modifica]
Ercole D'Agnese, nato a Piedimonte d'Alife il 3 maggio 1745, professore dl letteratura, giustiziato a Napoli il 1º ottobre 1799;
Leopoldo D'Alessandro, nato a Ischia, di 24 anni, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Antonio D'Avella (detto Pagliuchella), nato a Napoli nel 1739, oliandolo, giustiziato a Napoli il 29 agosto 1799;
Onofrio De Colaci, nato a Parghelia (Catanzaro) il 25 aprile 1746, magistrato, giustiziato Napoli il 22 ottobre 1799;
Vincenzo De Filippis, nato a Tiriolo (Catanzaro) il 4 aprile 1749, professore di matematiche nell'università di Bologna, giustiziato a Napoli il 28 novembre 1799;
Luigi de Cesbron, Cavaliere e Signore de la Grennelais, nato a Porto Longone (Isola d'Elba) il 15 settembre 1762, comandante della fregata Aretusa, giustiziato a Napoli l'8 febbraio 1800;
Antonio De Luca, nato a Ischia, di 62 anni circa, sacerdote, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Gaetano De Marco, nato a Napoli nel 1759, maestro di scherma, giustiziato a Napoli il 29 agosto 1799;
Filippo De Marini, marchese di Genzano, nato a Napoli il 2 maggio 1778, giustiziato a Napoli il 1º ottobre 1799;
Nicola De Meo, nato a Napoli nel 1749, dei padri crociferi, giustiziato a Napoli il 30 settembre] 1799;
Leopoldo De Renzis, barone di Montanaro, nato a Napoli nel 1749, colonnello di fanteria, giustiziato a Napoli il 12 dicembre 1799;
Giambattista De Simone, nato a Napoli nel 1771, giustiziato a Napoli l'8 febbraio 1800;
Vincenzo D'Ischia, nato a Gaeta il 6 aprile 1779, impiegato, giustiziato a Napoli il 7 dicembre 1799;
Antonio Raffaello Doria, oriundo di Genova, nato a Crotone l'11 giugno 1766, tenente di vascello, giustiziato a Napoli il 7 dicembre 1799;
F [modifica]
Ignazio Falconieri, nato a Monteroni di Lecce il 16 febbraio 1755, sacerdote, professore di eloquenza, giustiziato a Napoli il 31 ottobre 1799;
Nicola Fasulo, nato a Napoli l'11 novembre 1768, avvocato, giustiziato a Napoli il 29 agosto 1799;
Francesco Federici, marchese di Pietrastornina, nato a Napoli nel 1735, generale di cavalleria, giustiziato a Napoli il 23 ottobre 1799;
Francesco Feola, nato a Procida, di 40 anni, artigiano, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Nicola Fiani, nato a Torremaggiore il 23 settembre 1757, guardia del corpo, giustiziato a Napoli il 29 agosto 1799;
Ascanio Filomarino, nato a Napoli nel 1751, vulcanologo, giustiziato a Napoli il 18 gennaio 1799;
Andrea Fiorentino, dottore, nato a Vocariello, di 41 anni, possidente, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Nicola Fiorentino, nato a Pomarico di Basilicata il 3 aprile 1755, avvocato, professore di matematica, giustiziato a Napoli il 12 dicembre 1799;
Eleonora Fonseca Pimentel, nata a Roma il 13 gennaio 1752, direttrice del "Monitore Napoletano", giustiziata a Napoli il 20 agosto 1799;
G [modifica]
Michele Granata (in religione Don Francesco Saverio), nato a Rionero in Vulture (Basilicata) il 25 novembre 1748, provinciale dei Carmelitani, professore dell'accademia militare, giustiziato a Napoli il 12 dicembre 1799;
Francesco Antonio Grimaldi, cavaliere gerosolimitano, nato a Seminara (Reggio Calabria) il 1743, colonnello di fanteria, giustiziato a Napoli il 22 ottobre 1799;
Cristoforo Grossi, nato a Lagonegro (Basilicata) il 19 maggio 1771, studente di medicina, giustiziato a Napoli il 1º febbraio 1800;
Giacomo Antonio Gualzetti, nato a Napoli nel 1772, poeta, giustiziato a Napoli il 4 gennaio 1800;
Giuseppe Guardati, nato a Sorrento il 27 febbraio 1765, benedettino di San Severino, professore dell'università, giustiziato a Napoli il 13 novembre 1799;
I [modifica]
Raffaele Iossa, nato a Napoli nel 1780, giustiziato a Napoli il 31 ottobre 1799;
L [modifica]
Giuseppe Logoteta, nato a Reggio Calabria il 12 ottobre 1758, avvocato, giustiziato a Napoli il 28 novembre 1799;
Niccolò Lubrano di Vavaria, nato a Martino, di 66 anni, vicario curato perpetuo in Procida, giustiziato a Procida il 15 giugno 1799;
Vincenzo Lupo, nato a Caggiano (Salerno) il 15 agosto 1755, avvocato, giustiziato a Napoli il 20 agosto 1799;
M [modifica]
Melchiorre Maffei, nato a Napoli nel 1729, impiegato, giustiziato a Napoli il 23 novembre 1799;
Nicola Magliano, nato a Napoli nel 1739, avvocato, giustiziato a Napoli il 19 novembre 1799;
Gregorio Mancini, del ramo di Napoli della nobile famiglia Mancini, nato a Napoli nel 1762, avvocato, giustiziato a Napoli il 3 dicembre 1799;
Gabriele Manthoné, nato a Pescara il 23 ottobre 1764, capitano di artiglieria, giustiziato a Napoli il 24 settembre 1799;
Michele Marino, nato a Napoli nel 1753, vinaio (detto 'o pazzo), giustiziato a Napoli il 29 agosto 1799;
Oronzio Massa, duca di Galugnano, nato a Lecce il 18 agosto 1760, maggiore di artiglieria, giustiziato a Napoli il 14 agosto 1799;
Felice Mastrangelo, nato a Montalbano Jonico il 6 aprile 1773, dottore in medicina, giustiziato a Napoli il 14 ottobre 1799;
Pasquale Matera, nato a Sortino (Siracusa) il 28 settembre 1768, generale di fanteria, giustiziato a Napoli il 10 ottobre 1799;
Gregorio Mattei, nato a Montepaone (Catanzaro) il 7 giugno 1761, magistrato, giustiziato a Napoli il 28 novembre 1799;
Carlo Mauri, marchese di Polvica, nato a Napoli nel 1772, giustiziato a Napoli il 14 dicembre 1799;
Andrea Mazzitelli, nato a Parghelia (Catanzaro) il 26 luglio 1753, capitano di fregata, giustiziato a Napoli l'8 febbraio 1800;
Nicola Mazzola, nato a Durazzano (Benevento) il 16 febbraio 1742, notaio, giustiziato a Napoli il 18 gennaio 1800;
Raffaele Montemayor, nato a Napoli nel 1765, tenente di vascello, giustiziato a Napoli l'8 febbraio 1800;
Gaetano Morgera, nato a Forio d'Ischia il 4 gennaio 1770, sacerdote, giustiziato a Napoli il 22 ottobre 1799;
Carlo Muscari, nato a Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria) il 18 marzo 1770, avvocato, giustiziato a Napoli il 6 marzo 1800;
N [modifica]
Michele Natale, nato a Casapulla (Caserta) il 13 agosto 1751, vescovo di Vico Equense, giustiziato a Napoli il 20 agosto 1799;
Nicola Neri, nato ad Acquaviva Collecroce (Molise) il 28 novembre 1761, medico, giustiziato a Napoli il 3 dicembre 1799;
Pietro Nicoletti, nato a Rogliano (Cosenza) il 22 gennaio 1769, impiegato, giustiziato a Napoli il 3 dicembre 1799;
P [modifica]
Nicola Pacifico, nato a Napoli il 22 giugno 1734, sacerdote, professore di botanica, giustiziato a Napoli il 20 agosto 1799;
Domenico Antonio Pagano, nato a Napoli nel 1763, avvocato, giustiziato a Napoli l'8 ottobre 1799;
Francesco Mario Pagano, nato a Brienza (Basilicata) l'8 dicembre 1748, avvocato, professore dell'università, giustiziato a Napoli 29 ottobre 1799;
Nicola Palomba, nato ad Avigliano di Basilicata il 23 ottobre 1746, sacerdote, giustiziato a Napoli il 14 ottobre 1799;
Gian Leonardo Palombo, nato a Campobasso il 23 luglio 1749, avvocato, giustiziato a Napoli il 9 novembre 1799;
Domenico Perla, nato a Palermo nel 1765, impiegato, giustiziato a Napoli il 6 luglio 1799;
Antonio Piatti, nato a Trieste il 7 aprile 1771, banchiere, giustiziato a Napoli il 20 agosto 1799;
Domenico Piatti, nato a Trieste nel 1746, banchiere, giustiziato a Napoli il 20 agosto 1799;
Giorgio Vincenzo Pigliacelli, nato a Tossicia (Teramo) il 7 febbraio 1751, avvocato, giustiziato a Napoli il 29 ottobre 1799;
Ferdinando Pignatelli, principe di Strongoli, nato a Napoli il 21 settembre 1769, giustiziato a Napoli il 30 settembre 1799;
Mario Pignatelli, nato a Napoli nel 1773, giustiziato a Napoli il 30 settembre 1799;
Gaspare Pucci, nato a Sambuca Zabut (Agrigento) il 6 settembre 1774, chierico studente di medicina, giustiziato a Napoli il 1º febbraio 1800;
R [modifica]
Giuseppe Riario Sforza, marchese di Corleto, nato a Napoli il 5 maggio 1778, giustiziato a Napoli il 22 ottobre 1799;
Nicola Ricciardi, nato a Casertavecchia il 4 aprile 1776, ufficiale dell'esercito, giustiziato a Napoli il 4 gennaio 1800;
Carlo Romeo, nato a Guardialfiera (Campobasso) nel 1755, avvocato, giustiziato a Napoli il 12 dicembre 1799;
Clino Roselli, nato nell'attuale Esperia (Frosinone) il 14 marzo 1754, professore di ingegneria nell'accademia militare, giustiziato a Napoli il 28 novembre 1799;
Luigi Rossi, nato a Montepaone (Catanzaro) il 20 gennaio 1773, avvocato, giustiziato a Napoli l'8 novembre 1799;
Nicola Maria Rossi, nato a Laurino (Salerno) il 6 dicembre 1733, professore dell'università, giustiziato a Napoli l'8 ottobre 1799;
Prosdocimo Rotondo, nato a Gambatesa (Molise) il 14 aprile 1757, avvocato, giustiziato a Napoli il 30 settembre 1799;
Antonio Ruggi d'Aragona, nato a Salerno nel 1758, avvocato, giustiziato a Napoli il 23 novembre 1799;
Ferdinando Ruggi d'Aragona, nato a Salerno il 13 maggio 1760, tenente di vascello, commissario del Dipartimento del Sele, giustiziato a Napoli il 7 novembre 1799;
Eleuterio Ruggiero, nato a Capua l'11 dicembre 1772, capitano di fanteria, giustiziato a Napoli il 20 gennaio 1800;
Gaetano Russo, nato a Napoli nel 1759, colonnello del reggimento di fanteria del Re, giustiziato a Napoli il 3 agosto 1799;
Vincenzo Russo, nato a Palma Campania il 16 giugno 1770, avvocato, giustiziato a Napoli il 19 novembre 1799;
S [modifica]
Luisa Sanfelice De Molino, nata a Napoli il 6 gennaio 1763, giustiziata a Napoli l'11 settembre 1800;
Antonio Sardelli, nato a San Vito dei Normanni (Brindisi) il 18 aprile 1776, avvocato, giustiziato a Napoli il 7 dicembre 1799;
Onofrio Schiavo, nato a Procida di 64 anni, farmacista, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Salvatore Schiano, nato a Procida di 53 anni, notaio, giustiziato a Procida il 1º giugno 1799;
Giuseppe Schipani dei duchi di Diano (di Salerno), di 60 anni, generale, giustiziato a Ischia il 19 luglio 1799;
Antonio Scialoja, nato a Procida di 51 anni, sacerdote, giustiziato a Procida il 15 giugno 1799;
Marcello Eusebio Scotti, nato a Napoli il 9 luglio 1742, sacerdote in Procida, giustiziato a Napoli il 4 gennaio 1800;
Gennaro Serra di Cassano, nato a Portici (Napoli) il 30 ottobre 1772, giustiziato a Napoli il 20 agosto 1799;
Giuseppe Sieyes, nato a Napoli nel 1763, negoziante vice-console di Francia, giustiziato a Napoli il 24 settembre 1799;
Agamennone Spanò, di Reggio Calabria, di 34 anni, generale e comandante della Guardia Nazionale, giustiziato ad Ischia il 19 luglio 1799;
T [modifica]
Antonio Tocco, nato a Napoli nel 1772, avvocato, giustiziato a Napoli il 14 ottobre 1799;
Antonio Tramagli, nato a Napoli nel 1771, avvocato, giustiziato a Napoli il 7 luglio 1799;
Domenico Vincenzo Troisi, nato a Rocca Gorga (Latina) il 23 dicembre 1749, prete dei Vergini di Napoli, professore dell'università, giustiziato a Napoli il 24 ottobre 1799;
V
Giovanni Varanese, nato a Monacilioni (Campobasso) il 13 luglio 1777, studente di medicina, giustiziato a Napoli il 22 ottobre 1799;
Luigi Vernaud, di Ponza, figlio di Francesco, castellano di Ponza, giustiziato a Ponza il 15 giugno 1799;
Giovanni Andrea Vitagliano, nato a Porto Longone (Isola d'Elba) il 23 luglio 1761, orologiaio, giustiziato a Napoli il 20 luglio 1799.





view post Posted: 6/5/2024, 18:48 Udinese/Napoli 1 a 1 commento e pagella del tifoso napoletano - PASSIONE AZZURRA, 'A PAGGENA D'O TIFOSO NAPULITANO
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UDINESE (3-4-1-2): Okoye; Ferreira, Bijol, Kristensen; Ehizibue, Walace, Zarraga, Kamara; Samardzic; Brenner, Lucca. Allenatore: Cannavaro

A disposizione: Mosca, Padelli, Ebosele, Success, Davis, Abankwah, Tikvic, Kabasele, Zemura, Pereyra, Pejicic.

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Ostigard, Olivera; Anguissa, Lobotka, Cajuste; Politano, Osimhen, Lindstrom. Allenatore: Calzona

A disposizione: Contini, Idasiak, Natan, Juan Jesus, Mario Rui, Traoré, Simeone, Ngonge, Mazzocchi, D'Avino.

Grazie a Calzona finisce 1 a 1 .
OSIMHEN AL 51' (E UN GOL ANNULLATO ALL'80'). SUCCESS LA RIPRENDE AL 92'

Un pareggio che non serve a nessuna delle due, ma il Napoli ha gettato alle ortiche altri due punti .
Dopo un primo tempo all'acqua di rose , dove si corricchiava alla men peggio , in apertura del secondo Osimhen incorna e segna su perfetto lancio di Politano.
poi ci ha pensato 'o pesce 'e Niccolo' con i suoi cambi a far pareggiare l'Udinese.
Toglie Caiuste che tanto male non era andato ed inserisce Traorè, mentre lascia in campo chille nurego 'e fune di Anguissa. Dice ma non aveva altri cambi per il centrocampo , e allora non farli , ma se proprio vuoi, inserisci Mazzocchi sulla sinistra al posto di Lindstrom che pare sempe nu pullicino inte 'a stoppa.
Ma è inutile continuare a farsi 'o sanghe amaro, chist'anno è ghiuto accussi'.
Speriamo solo che stu campionato di cacchina serva di lezione al Ducetto romano/torrese, a li mortacci e chi l'è stramuorto!

La pagella
Oggi nun voglio manco perdere 'o tiempo di fare la pagella, salvo solo Meret , Lobotka, Politano ed Osimhen. Per gli altri insufficienza totale.


Edited by Pulcinella291 - 7/5/2024, 11:24
view post Posted: 6/5/2024, 17:44 LA CARTOMANZIA NAPOLETANA (Il significato delle carte) - DI TUTTO E DI PIU'



Molto spesso le tradizioni si tramandano oralmente o su quaderni scritti con calligrafia elementare, spesso da decifrare.
Una di queste tradizioni è la cartomanzia napoletana.Dal mazzo di 40 carte ne vengono eliminate 15, infatti Per ogni seme dobbiamo sottrarre ed eliminare tutti i 4, tutti i 6 , tutti i 5 e il 7 di coppe, il 7 di spade e il 7 di bastoni. Ma ecco cosa rappresentano le carte:
RE DI COPPE: Un uomo di legge, un uomo giusto, un giudice, un giudizio, che giudica
RE DI BASTONE : Un uomo giovane, un uomo nel vigore degli anni, qualcosa di giovane.
RE DI DENARI : Un uomo onesto, lavoratore, un datore di lavoro, un padre, un amico
RE DI SPADE : Un uomo disonesto, vile, violento. Qualcosa di ostile, che si oppone

CAVAL. COPPE : una persona buona, qualcosa di buono, una notizia buona, strada facile
CAVAL. BASTONI : Un uomo misterioso, un intrigo, un imbroglio, clandestinità, amanti
CAVAL. DENARI : Un cammino per lavoro, per soldi, un lavoro in arrivo, molto lavorata
CAVAL. SPADE : Una spia, un traditore, un inganno, maldicenze, malelingue

DONNA COPPE : Una donna anziana, una cosa vecchia, una donna matura, saggia
DONNA BASTONE: Una donna cattiva, infida, maligna, libertina (a malafemmena!)
DONNA DENARI : Una donna lussuosa, amante del lusso , facoltosa, abbondante, ricco
DONNA SPADE : Una donna giovane, acerba, una ragazzina, qualcosa di giovane

SETTE DENARI : Riuscita. La domanda della consultante è soddisfatta. Se chiude il ciclo di cinque carte quello che desidera la consultante avverrà

ASSO COPPE : La casa, l’ufficio, il palazzo, anche la famiglia
ASSO BASTONI : Risposta affermativa, riuscita, la risposta è SI. Affermazione
ASSO DENARI : Problemi economici, di denaro, debiti, multe, cambiali, protesti. Messaggio
ASSO SPADE : Imbrogli, intrighi, truffe, litigi. Pena, complicata, dolorosa.

DUE COPPE : Tavolo, ricevimento, festino, festa, ristorante. Mangiare
DUE BASTONI : Camminare, passeggio fisico, le gambe.
DUE DENARI : Situazione economica disagiata, poco soldi, poco guadagno.
DUE SPADE : Cammino, strada, via, piazza. Che si muove.

TRE COPPE : Lacrime, pianto, tristezza. Rmpianto, rimorso.
TRE BASTONI: (La carta più nefasta!) Morte, rottura , fine, litigio, malattia, chiusura
TRE DENARI : Molti soldi, situazione agiata, buon guadagno, buon affare, vittoria.
TRE SPADE : Tristezza, malinconia, cupo, di malavoglia.
view post Posted: 6/5/2024, 11:42 Frittata di patate e cipolle fresche - LE NOSTRE RICETTE
Frittata-di-patate

Lavare e sbucciare le patate. Tagliarle a tocchetti di 1,5 cm di spessore e lasciarle a scolare per qualche minuto, in modo da rimuovere l'acqua dovuta al lavaggio.
Lavare e sbucciare le cipolle, eliminando il gambo e tagliando la parte bianca a tocchetti di dimensione rettangolare (più lunghi che larghi).
Nel mentre, mettere sul fuoco una padella di ca. 20 cm di diametro con dell'olio. Una volta riscaldato l'olio, mettere a friggere le patate a fuoco medio. Aggiungere la cipolla e smuovere di tanto in tanto il contenuto, agitando la padella tenendola ben salda per il manico.
Nell'attesa che patate e cipolla si consumino, sbattete le uova in una ciotola, aggiungete il sale e il parmigiano, amalgamando il tutto con l'aiuto di una forchetta.
Per gli amanti del sapore, aggiungere al composto per frittata una spolverata di pepe nero.
Quando le patate e la cipolla sono pronte (la cipolla deve diventare trasparente e non deve presentarsi bruciacchiata) salare e aggiungere il composto per frittata e mescolare lentamente con l'aiuto di un mestolo di legno. Quando l'uovo sarà cotto, trasferire la frittata in un recipiente con della carta per fritti, così da rimuovere l'olio in eccesso.
Servire in tavola e gustare accompagnando la pietanza con del pane di grano.
view post Posted: 6/5/2024, 09:12 NAPOLI UN TEATRO A CIELO APERTO - BOZZETTI , ANEDDOTI E FATTARIELLI NAPOLETANI
Il sipario di questo grande palcoscenico si apriva all'alba. Un microcosmo che ha una sua economia, i suoi personaggi, una sua vita quasi autonoma, che si svolgeva essenzialmente in quello che è il punto focale del vicolo: il "basso".
Per cogliere davvero le tante sfaccettature di questa città, è la realtà dei vicoli bisognerebbe leggere Matilde Serao ma
soprattutto Raffaele Viviani.
Era gente che al mattino non sa se e cosa mangerà a mezzogiorno. Un pasto che troppo spesso viene rimandato a sera e che si riduce in una pizza sapientemente accartocciata in modo che non coli via
o in un piatto di spaghetti mangiato con le mani
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Ogni vicolo ogni quartiere aveva la sua storia , si viveva insieme all'asino, al maiale, al cane, alle galline e ad un esercito di gatti che avevano la nobile funzione di battagliare contro gli altri abitanti dei bassi e del vicolo stesso:i topi.
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Gli abitanti dei vicoli si sentivano a proprio agio solo in questo microcosmo , come il bambino nel ventre della madre.
La vita era difficile, si campava giorno per giorno , ma gli abitanti dei vicoli sapevano anche che, se si era nello stato di bisogno, tutti ti aiutavano. Anche il tuo nemico, quello col quale ti sei violentemente scontrato poco prima, ti dà una mano.image
L'economia del vicolo si adattava velocemente alla realtà circostante, i mestieri di una volta più caratteristici erano quelli degli ambulanti, in buona parte scomparsi
Allora il ciclo ecologico non era stato ancora sconvolto dal cosiddetto progresso e buona parte delle immondizie erano riciclabili. I contadini pagavano perfino per utilizzarle come concime. Scalzo, sporco, lo spazzaturaio saliva e scendeva per scale sconnesse, portando sulla spalla un "cufaniello" e nella destra una zappetta per raccogliere la spazzatura, oppure passava con un carro e raccoglieva i rifiuti

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Spesso , quando ce ne stava la possibilita' , colui che il giorno primo vendeva la frutta, il giorno dopo vendeva pesci

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Dai vicoli di buon mattino usciva un'altra figura, molto caratteristica, oggi del tutto scomparsa: il cenciaiuolo.


Quando passava, una torma di scugnizzi gli correva dietro, chiedendogli qualche lupino. Gridava: sapone!, per cui veniva anche chiamato "o sapunaro". Il suo era essenzialmente un commercio di scambio: accettava vecchie masserizie, perfino quadri antichi di dubbio valore, e offriva pastori natalizi, "sciuscelle" e sapone. C'era tutta una gamma di robivecchi, dal venditore di abiti smessi che con qualche acconciatura potevano essere benissimo indossati, al venditore di cenci veri e propri. In ogni angolo di strada gli scugnizzi seduti sul selciato giocavano "e furmelle"
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o si improvvisavano i giochi piu' disparati
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Ad ogni angolo c'era un ambulante e davanti ad ogni basso una scena tragicomica come dice la canzone "palcuscenico". Le giornate si trascorrevano cosi', la vita trascorreva cosi'i
in questi vicoli e quartieri
dove con l'arte di arrangiarsi si viveva e si moriva.
view post Posted: 6/5/2024, 08:30 Napoli:il mistero del Cristo velato - NAPOLI ARTISTICA e NELL'ARTE: tutto cio' che non sai
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Il Cristo velato è una delle opere più affascinanti e misteriose che si possano vedere a Napoli. Si racconta che il velo di marmo sul corpo del Cristo, sia in realtà un velo in tessuto, trasformato in roccia grazie ad uno speciale liquido inventato dal sinistro Principe di San Severo, illustre alchimista. Molti, invece, sostengono che il sorprendete effetto sia tutto frutto del talento di Giuseppe Sanmartino, lo scultore che realizzò il Cristo velato. Il ritrovamento di una stanza segreta e di alcune macabre opere, visibili nella Cappella San Severo, hanno contribuito a dare al Principe e al Cristo velato un'aura di mistero. La Cappella merita una visita non solo per il Cristo ma anche per le altre opere presenti in questo piccolo gioiello nascosto tra i vicoli di Napoli: un luogo ricco di simboli esoterici e religiosi, che noi vi aiutiamo a scoprire leggendo le 10 cose da sapere e vedere durante una visita alla Cappella San Severo .
Giuseppe Sanmartino è presente con molte sue opere in molte chiese napoletane, realizzazioni di buona, a volte ottima fattura, ma solo una volta egli raggiunge livelli sovraumani di abilità e perfezione assoluta: nel Cristo velato, un vero e proprio prodigio tecnico, che permette di vedere chiaramente sotto un velo di marmo le fattezze di nostro Signore.
Gia' nel periodo della sua creazione Si mormorava di un intervento diretto del principe nella realizzazione dello straordinario lenzuolo trasparente.
fino a quando, tempo fa, una studiosa napoletana, Clara Miccinelli, aveva pubblicato alcuni documenti notarili comprovanti l’antica leggenda, ma la serietà della comunicazione si perse nei meandri di una troppo pervicace disamina esoterica dell’argomento, per cui l’importante notizia non è stata valutata e recepita dagli studiosi di storia dell’arte.Il documento è conservato nell’archivio napoletano e stilato dal notaio Liborio Scala il 25 novembre 1752, tra Raimondo di Sangro ed il Sanmartino, nel quale i due contraenti si accordano sulla realizzazione della scultura e sul segreto da mantenere.
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